Flavia Caironi è una guida storica delle Vie dei Canti. Da anni ci fa scoprire gli aspetti più segreti e più belli della Lombardia, il Parco del Ticino e le sue cicogne, il Fiume Adda con le sue imponenti dighe, lo Stelvio insieme alle marmotte e agli ungulati che lo abitano, il Lago di Como e molto altro ancora. Le abbiamo fatto qualche domanda sulla sua storia e sulla sua professione.

 

Flavia, cosa significa per te esser guida ambientale?

Essere una guida ambientale significa poter condividere la mia passione per la Natura con gli altri, accompagnandoli a provare in completa sicurezza e tranquillità quelle esperienze che magari da soli non hanno occasione di fare. Guidare la gente alla scoperta di territori che amo, fornendo punti di osservazione diversi; creare connessioni tra luoghi e persone. Significa aiutare la gente a staccare dalla frenesia della vita quotidiana per riappropriarsi dei propri tempi e provare a riconnettersi con i ritmi naturali. 

 

Quando e perché hai deciso di diventare guida ambientale?

E’ stata una serie di circostanze fortunate. In realtà ho cominciato a fare la Guida molto prima che venisse istituita la professione. Appena laureata in Scienze Naturali ho iniziato una collaborazione con la Provincia di Milano per accompagnare le gite scolastiche in una Riserva vicino a casa, facendo così le prime esperienze insieme ai bambini ed appassionandomi alla Natura “dal vivo”, dopo averla studiata sui libri…

Qualche mese dopo ho visto nella bacheca dell’Università l’avviso che stavano cercando persone da selezionare per fare la Guida Naturalistica presso un Hotel nel Parco Nazionale dello Stelvio e mi sono presentata, per curiosità. Dopo un colloquio ed una prima settimana di affiancamento, mi hanno chiesto di provare a lavorare…e da lì è iniziato tutto! Era il lontano settembre 1989.

Poi ho trovato per qualche anno un lavoro fisso occupandomi di inquinamento delle acque, ma ho sempre continuato ad accompagnare sfruttando le ferie, così quando da un giorno all’altro mi sono ritrovata disoccupata, non mi è stato difficile trasformare la passione/hobby in lavoro, semplicemente ampliando il giro di collaborazioni con tutte le principali associazioni ambientaliste (WWF – Amici della Terra – Legambiente – Italia Nostra). Ho seguito diversi corsi di abilitazione e sono diventata anche Guida Naturalistica di vari Parchi Lombardi (Parco Lombardo della Valle del Ticino, Parco della Grigna Settentrionale, Parco di Montevecchia, Parco Spina Verde).

In un momento storico in cui la questione ambientale è sempre più al centro dell’attenzione mondiale quale può essere il ruolo della guida?

Trasmettere amore per la Natura e aiutare ad acquisire consapevolezza dei nostri impatti sull’ambiente, mostrando anche possibili alternative. Impegnarsi e mettersi in gioco in prima persona.

 

Perché scegliere un viaggio a passo lento rispetto ai più rapidi e comodi spostamenti con altri mezzi?

Perché solo la lentezza può davvero permetterci un’immersione totale nella Natura, con tutti i nostri sensi attivi: l’attenzione ai piccoli rumori, ai profumi, la possibilità di toccare e percepire le differenti strutture e tessiture, l’occhio attento ai minimi particolari che ci fanno scoprire le tracce di un meraviglioso mondo nascosto ai più. Anche la condivisione della fatica del cammino, lo sperimentare sulla propria pelle condizioni meteorologiche che cambiano sono secondo me ingredienti che rendono l’esperienza più autentica e memorabile.

 

Parlaci dei tuoi viaggi con le Vie dei Canti…

Innanzitutto mi piace accompagnare in quei luoghi che ai più non richiamano alla mente paesaggi dalla bellezza selvaggia e incontaminata, ma spesso solo zone densamente popolate, per far invece conoscere e apprezzare proprio quegli squarci di Natura ricchissimi di vita che “sopravvivono” a stretto contatto con noi e che permettono in vero anche la nostra “sopravvivenza”. La gente rimane sempre sorpresa e affascinata da queste scoperte inaspettate: quanta bellezza nascosta a due passi da noi! 

Panorami mozzafiato a 360° non solo allo Stelvio, ma anche senza dover affrontare troppi dislivelli, in Spina Verde con la vista che spazia dalle colline dell’Oltrepò fino alle Alpi; il brivido dell’“avventura” attraversando i “ponti tibetani” sospesi sui torrenti di scioglimento del Ghiacciaio dei Forni così come su un canale che si immette impetuoso nel Ticino o lungo un sentiero immerso nel bosco del Parco Spina Verde; incontri con la schiva fauna che riusciamo a sorprendere, senza spaventare… Questo e altro offrono i miei viaggi.

A volte poi, riflettendo sui cammini che propongo, ci trovo quasi un nesso, una sorta di filo conduttore, una rete di connessioni. Forse l’Acqua, fonte di Vita, potrebbe essere il denominatore comune. Ho tre viaggi lungo grandi fiumi, il Ticino e l’Adda, le cui sorgenti si trovano nel Parco Nazionale dello Stelvio, dove propongo altri due viaggi in cui cammino al cospetto dei ghiacciai e anche nel Parco Spina Verde visito un’importante zona umida e le Sorgenti del Seveso.

Ma anche la storia intesse legami tra i miei percorsi e visitando i resti dell’abitato protostorico di Como, ad opera di popolazioni golasecchiane, la mente non può che andare al mio viaggio “Lungo il Grande Fiume”, da Sesto Calende a Turbigo, durante il quale si passa proprio per Golasecca, località cui si deve il nome di quella popolazione. Oppure le tracce di Leonardo da Vinci, dal traghetto sull’Adda ai navigli, fino alle marcite del Parco del Ticino…  Che dire quindi: non vi resta che partecipare a tutti e scoprire nuovi legami!