Del tempo nel bosco

Quanto più mi allontano dal paese
più, se ricordo, il tempo si dilata
come seguendo la legge del bosco
che gradualmente si profuma
a mano a mano che l’oscuro prende piede,
mi cattura, mi illude, mi promette
di tenermi per sempre con sé
nell’indistinto.
Ma non è l’indistinto a corteggiarmi, qui,
è il suo profumo, appunto,
che respirando entra
e intacca ogni memoria,
la sfalda la ricostruisce
la restituisce a sé mentre svanisce.
Stefano Dal Bianco
La primavera invita al cammino.
Dopo il torpore invernale ogni cellula del nostro corpo reclama spazio, luce, respiro.
Camminare in questa stagione non è un mero esercizio fisico, piuttosto rappresenta un rito di passaggio, un modo per riallacciare il nostro ritmo interiore a quello del mondo naturale.
Dagli antichi filosofi greci a oggi, in un mondo radicalmente trasformato, ciò che porta con sé il procedere a passo lento rimane immutato: il cammino come esperienza di scoperta e rinnovamento.
In primavera, ogni sentiero è una storia in divenire: gli alberi si rivestono di verde tenero, i fiori sbocciano tra le crepe dei muri, il canto degli uccelli sostituisce il silenzio ovattato dell’inverno. Una storia che ogni giorno si arricchisce di dettagli, di suoni, di profumi, di colori.
Camminare non è solo spostarsi, ma entrare in sintonia con questo risveglio. È un atto di apertura verso il mondo, un modo per ritrovare energia e meraviglia.
Forse è proprio questa la lezione della primavera: il rinnovamento avviene nel movimento. E allora, lasciamo che i nostri passi seguano la natura, che la mente si liberi, che il cuore si allarghi.
Perché ogni cammino è un nuovo inizio. Proprio come la primavera.