Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a fare nello stesso modo.

Albert Einstein

Parole come “cambiamento” e “trasformazione” sono termini che possono portare a reazioni totalmente opposte a seconda degli individui e del periodo che ciascuno di loro sta attraversando: da una parte timore, reticenza, voglia di fuggire; dall’altra smania, fremito, entusiasmo. 

Può succedere che nel momento in cui la “smania” di cambiare si faccia più dirompente, in contemporanea paradossalmente si acuisca anche una sensazione frustrante di ristagno e di incapacità di sbloccarsi.

La realtà dei fatti è che i cambiamenti quando sono indotti dall’esterno, progettati da qualcuno, pensati razionalmente, non portano molto lontano.

Il cambiamento è un qualcosa che nasce spontaneamente, nell’ascolto dei propri bisogni, nel rispetto dei propri tempi, nella propria e libera modalità.

Non arriva stando immobili a pensare, a progettare, ad analizzare, ma è un processo che passa non solo dalla mente ma anche dal corpo. Anzi, spesso e volentieri il cambiamento parte proprio da questo.

Lavorando a partire dal corpo è possibile raggiungere qualcosa di estremamente profondo che può trasformare la nostra vita in modo rilevante: attraverso il movimento e l’ascolto delle sensazioni che lo accompagnano è possibile superare la perenne dicotomia tra mente e corpo e instaurare un proficuo dialogo tra loro.

Camminare, approfondire pratiche olistiche, sono mezzi che possono aiutarci a imboccare una strada orientata “verso il meglio per noi”… la differenza sostanziale però rimaniamo noi e l’ascolto che decidiamo di dedicare alla totalità del nostro io.

Allora… che movimento sia!