Chiedo scusa alla favola antica
se non mi piace l’avara formica
io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende… regala!”

Gianni Rodari

Sono la colonna sonora intramontabile di tutte le estati. Il loro frinire ci stordisce e al contempo ci culla negli afosi pomeriggi di agosto, magari mentre ondeggiamo beati su un’amaca in pineta al riparo del sole cocente.

Così entranti nelle nostre orecchie così invisibili ai nostri occhi. Proprio loro: le straordinarie cicale.

Forse non tutti sanno che una cicala passa la maggior parte della sua vita (in alcune specie fino a 17 anni) sotto terra sotto forma di larva, fino a quando non giunge il “suo momento”… forma un’involucro protettivo, detto esuvia, in cui avviene la completa e radicale trasformazione che la porta ad assumere quell’aspetto che noi tutti conosciamo. Insomma, si ha la sensazione che le cicale nascano dalla terra stessa.

Influenzati dalla ben nota favola che mette in buona luce l’alacre e previdente formica a discapito della fannullona e godereccia cicala, spesso non ci soffermiamo sugli spunti di riflessione che questo insetto può darci.

La cicala ogni estate ci invita alla rinascita, a un cambiamento totale, all’espressione (perché no, anche ‘rumorosa’) del nostro essere. 

Se è un periodo che ti sembra di vivere al buio, sottoterra, senza orizzonti, ricordati che, come una cicala arriva sempre il momento di trasformarsi e dare voce alla propria individualità pur restando armonizzate con le compagne.

La cicala ci invita all’ascolto degli altri e all’espressione di noi stessi, a trovare il modo di farci crescere le ali e cantare la gioia di vivere.