Lasciare andare
“La vita è un eterno lasciar andare. Soltanto con le mani vuote potrai afferrare qualcosa di nuovo”
Gialal al-Din Rumi
Scrivere una newsletter può sembrare una cosa banale, ma in realtà (almeno la nostra) è frutto di una collaborazione a più mani (e più teste) dove ognuno è incaricato di arricchirne una parte piuttosto che un’altra.
Io sono “quella dell’editoriale” attività che provo molto gusto a portare avanti dal momento che mi permette non solo di scrivere, ma anche di soffermarmi su tematiche sempre stimolanti.
Per questa uscita mi è stato suggerito di parlare del “lasciare andare”, della capacità di “mollare”, della necessità di “fluire”.
La mia reazione è stata: “Ottimo. Bellissimo. Stupendo.”
Subito dopo però sono stata assalita dal disagio. Certo avrei miliardi di idee da scrivere sulla pratica del non tenere, sulla strada per l’essenzialità…E allora?
La verità è che sono in un momento che, a mio discapito, faccio davvero fatica a intraprendere questa filosofia di vita e non mi sono mai trovata bene nel ruolo di chi “predica bene e razzola male”.
Quindi?
Quindi sono stata tutta la giornata di ieri a pensare e ripensare come uscire da questo inghippo.
Razionalmente sposare in pieno l’impeto di alleggerirsi da impegni, da oggetti, da parole, da sovrainformazioni, dai social, dal telefono.
Realmente sentirsi intrappolata da impegni, scadenze, chiamate, responsabilità…Insomma sono in una fase in cui tengo tutto e non mollo nulla.
Entro in un bar, ancora immersa nel mio rimuginare e, mentre ordino, parte una canzone che non sentivo da tantissimo tempo, profondamente legata a un momento particolarmente divertente e spensierato del mio passato e…Bam! Mi ritrovo a canticchiare e sentirmi già più leggera e fresca. Esco dal bar rinfrancata e con qualcosa da scrivere finalmente.
Ed ecco quello che ho da dire: ci sono vari momenti nelle nostre vite in cui può essere più facile o più complesso lasciare i bagagli inutili e opprimenti. Non dobbiamo farcene una colpa. Quello che dovremmo fare è non perdere la consapevolezza che una strada alternativa c’è sempre.
Magari un sentiero più tortuoso che proprio a causa della sua impervietà ci costringe ad alleggerirci le spalle.
Magari faremo tante pause lungo il sentiero o sbaglieremo qualche bivio, ma quel sentiero, quello del passo lento, quello in sintonia coi ritmi della natura, quello del “qui e ora” c’è sempre e ovunque.
Basta saperlo vedere (e può bastare anche una stupida canzone affinché accada). E poi imboccarlo.
Approfittiamo di questo tempo estivo per non fare la valigia e metterci in cammino o per andare a Riva dei Tarquini a NONSOLOMARE dove le uniche cose che contano sono le relazioni, il mangiar sano, lo stare bene.