“Perché indugi in malinconie inessenziali? Perché mi manca l’essenziale accanto a me.”
Italo Calvino

Uno degli aspetti più affascinanti dei viaggi a piedi è che, se davvero si riesce a sposare la filosofia dell’essenzialità, in fondo serva poco o niente: a seconda di che cammino, nessuna attrezzatura o quasi è richiesta, nessuna competenza peculiare nei partecipanti, nessuno spazio specifico. Basta avere due gambe, un cuore e due spalle leggere.

C’è poco da dire: aver bisogno di poco o nulla in un momento storico in cui sembra sia necessario comprare sempre qualcosa per fare qualcosa, è strano. 

Camminare riporta a ciò che è primario, alle radici, a un’identità più profonda e nuda. È una pratica che va tutelata, un patrimonio collettivo che non può essere disperso, ma piuttosto tramandato.

Quando si cammina, anche il momento del dormire può trovare una sua coerenza e tendere quindi verso l’essenziale. Pensiamo, per esempio, ai rifugi. Già la parola contiene un mondo: il rifugio è un’isola al riparo dall’immensità.

È una struttura che è fatta non solo di legno e mattoni, ma di storie, passione, volontariato e un profondo amore per la montagna: un tempio laico delle cime, con i suoi riti, i suoi profumi e una collettività sconosciuta, ma in comunione tra di sé e con l’ambiente circostante.

Il Rifugio, come luogo fisico e concettuale, ormai è sinonimo di resistenza.

Resistenza al turismo di massa. I posti sono pochi e vanno prenotati per tempo…Inoltre ci arrivi solo a piedi.

Resistenza all’iperconnettività. Non è detto che prenda il telefono e tantomeno che ci sia un wifi, ma la connessione che riesci a instaurare con gli altri e con te stesso supera la qualità della fibra.

Resistenza all’omologazione: ogni rifugio ha il suo odore, la sua “gente”, la sua struttura. Non ne esiste uno uguale all’altro. Resistenza alla filosofia del tutto e subito. Il rifugio richiede tempo anche se, in realtà, di tempo te ne regala. 

E allora rifugiamoci e sosteniamo il modo più Ecologico e Bello di fare accoglienza e fare vacanza.