Parola di Guida – Intervista a Nino Guidi
Ho deciso di diventare guida nel 2008. La crisi economica e le riflessioni scaturite da un periodo di attività lavorativa ridotta mi hanno indotto a trasformare una passione trentennale in una professione. Il piacere di condividere conoscenze e esperienze con altri, la prima motivazione.
La guida può avere un importante ruolo e in particolare , sia in aula che in ambiente, con i bambini che saranno la categoria che, purtroppo, potrebbe subire le conseguenze di certe nostre scelte.
Parlaci dei tuoi viaggi con le Vie dei Canti (qui tutti i viaggi di Nino Guidi)
Parte della mia professione di guida è dedicata a sviluppare e a gestire alcuni viaggi per conto di Vie dei Canti. Chi scorre il catalogo dell’organizzazione legge con chiarezza quali sono le mete, la durata e la tipologia di viaggio proposti. Nel mio caso, l’esperienza maturata nella riscoperta e recupero di antichi cammini, mi porta ogni volta a promuovere i viaggi a piedi con una piccola ma significativa caratteristica, l’avventura. Chi ben mi conosce sa che dietro quel titolo e quel programma ben definiti e che, magari, ritrova uguali nei diversi anni, ci sta una parte di …incerto, il vero sale del viaggio, ovvero della vita. Ogni programma, pur essendo collaudato, ha una parte che viene riadattata alla situazione che è legata al tipo di partecipanti, al meteo e , sopratutto, a ciò che il cammino, il qui e ora ( fondamentale da vivere e da ricercare in ogni istante) ci riservano, o meglio, ciò che noi , con il nostro approccio al viaggio, permettiamo che ci arrivi.” …Fai che il viaggio sia lungo e ricco di esperienze, non avere fretta di arrivare…”
Nello spettro delle esperienze che mi auspico di continuare a vivere e per le quali mi impegno nella loro realizzazione sta anche lo sviluppo di progetti di inclusione. Infatti, dal 2013, ho iniziato ad accompagnare camminanti non vedenti anche alla loro prima esperienza di escursionismo o di viaggio a piedi. In questi anni ho maturato significative esperienze con persone affette da cecità o da ipovisione e posso dire, senza retorica, che è stato davvero un arricchimento reciproco. Abbiamo camminato in ogni stagione e in ogni condizione climatica e meteorologica affrontando neve, pioggia, guadi e fango. Nello scorso anno , per la prima volta in Italia, ne abbiamo accompagnato un gruppo proveniente da varie regioni sulla via di Transumanza toscana in compagnia dei nostri asini. Un viaggio molto particolare che è stato premiato dalla Presidenza della Repubblica come itinerario di turismo accessibile 2019. In questa direzione, in questo nuovo anno, tornando per la terza volta in Islanda, ho deciso di aprire il viaggio anche a ipo e non vedenti e due di loro mi seguiranno nelle aree meno battute della Terra dei ghiacci, dove cammineremo per la prima volta in un viaggio di esplorazione utilizzando le tende per il soggiorno.
L’altra parte di inclusione nel panorama escursionistico ed esperenziale continuo, con grande soddisfazione, a dedicarla all’accompagnamento di ragazzi autistici. Con alcuni di loro, ormai da cinque anni, abbiamo sviluppato un progetto sperimentale in accordo con la ASL pisana per abituare i ragazzi ad affrontare situazioni ambientali diverse e lontani dai familiari. Tre anni di progetto culminati in una forte esperienza nelle terre maceratesi colpite dal terremoto. La in qualità di restauratore e guida ho organizzato un campo di lavoro per gli adolescenti autistici che hanno lavorato al recupero di portali di oratori, di pulizia dei sentieri e di autogestione di attività quotidiane fondamentali nel “ dopo di noi”. I ragazzi, da soggetti bisognosi di attenzioni, in quell’occasione, sono diventati portatori di aiuto.
Proprio per ciò che ho evidenziato riguardo al ruolo della guida , personalmente, ho scelto di non limitare la mia attività al solo accompagnamento. Una buona parte del mio tempo, tramite l’a associazione di promozione sociale che ho fondato nel 2015, la dedico a progetti di recupero di antichi itinerari, alla scrittura e pubblicazione di testi o articoli che si occupino di aspetti sociali, antropologici e rurali legati a realtà che vado a conoscere. Altro impegno è quello della condivisione di buone pratiche in ambito ambientale, di costruzione di reti solidali verso certe tematiche. La mia doppia veste di artigiano e guida, inoltre, mi da la possibilità di sviluppare laboratori di restauro e falegnameria dedicati a particolari categorie che poi provo a coinvolgere nella pratica del camminare come modalità di riabilitazione psicomotoria( oggi il mio primo collaboratore è un uomo che ha fatto parte di un mio laboratorio di restauro per ex tossici presso una struttura del SERD).
Insomma faccio si che i risultati del camminare che ci regalano enormi benefici si traducano in reali opportunità anche per chi, per sfortuna o per scelta inconsapevole, non ha avuto possibilità di cogliere. Mettersi “in cammino” anche senza lo zaino e gli scarponi che spesso ci identificano come ideale umano agli occhi della società.