Un nuovo inizio

Non si può tornare indietro e cambiare l’inizio,
ma si può iniziare da dove si è e cambiare il finale.
Clive Staples Lewis
C’è un’idea diffusa che i nuovi inizi debbano essere eclatanti: grandi progetti, buonissimi propositi, cambi di rotta radicali. La verità però è che raramente funziona così. Settembre arriva in silenzio, senza la teatralità di gennaio, ma con un’energia più sottile e reale: quella della ripresa, del rientro, dell’assestarsi.
Nella natura, questo è il tempo in cui tutto comincia a cambiare tono. Le giornate si accorciano, l’aria si fa più nitida, il ritmo si placa dopo l’energia dell’estate. Anche noi, grazie anche al periodo di riposo, torniamo a fare chiarezza tra le cose, nei pensieri, nelle intenzioni.
Settembre non è un mese “marginale”, ma è un mese di “margine”, di confine e proprio per questo è fertile: perché è uno spazio ibrido tra l’estate e l’autunno, perché trae ricchezza dalla sua insita contaminazione. Non ci chiede di rivoluzionare la nostra vita, ma di aggiustare la rotta. Di fare ordine, magari, tra ciò che abbiamo raccolto nei mesi passati (esperienze, intuizioni, desideri) e capire cosa ha senso portare avanti.
Non serve in realtà (ri)cominciare con un piano perfetto. A volte basta scegliere da che parte guardare. E poi mettersi in cammino.