Nessuna geometria ha ricavato la formula dell’uovo.

Per il cerchio, la sfera c’è il pigreco,

ma per la figura perfetta della vita non c’è quadratura.

Erri De Luca

Narra un mito indiano che all’inizio dei tempi tutte le cose erano immerse nelle tenebre e sepolte in un sonno profondo fino a quando “Colui che sussiste per se stesso”, per creare il cosmo della propria sostanza, ideò le acque all’interno delle quali vi depose un uovo splendente come il sole da cui nacque Brahma . Il dio poi divise l’uovo in due parti formando la Terra e il Cielo e lasciando nel mezzo le acque.
In realtà tantissime culture, anche le più disparate tra loro, affidano il momento di (ri)nascita alla forma così perfetta e ineffabile dell’uovo.

Religiosi o no la ricorrenza della Pasqua ci invita a porre la nostra attenzione su alcune fasi della nostra esistenza, tanto cicliche quanto necessarie: la fase della purificazione, della liberazione dalle impurità o dalle cose in eccesso, della ricerca dell’essenzialità che conduce a una fase di rinascita, di nuova vita, di una forma più integra e rinnovata dei “vecchi noi”.

Mai come in questo periodo dell’anno il nostro costante invito al cammino si rende urgente.
Camminare portandosi con sé lo stretto indispensabile, camminare spogliandosi delle nostre abitudini, camminare per andare incontro a noi stessi.

La nostra buona pasqua non può essere che un augurio di rompere il guscio che ci protegge e mettersi… in cammino!

 

COME (N)UOVO