Adriano Festa VoltoNato a Udine nel 1971. Ama lo sport da quando era giovanissimo. La sua famiglia ha gestito per più di venti anni un negozio di articoli per la montagna a Tarvisio in provincia di Udine, dove è cresciuto. Ha praticato assiduamente l’alpinismo sia in estate che in inverno. E’ maestro di sci di fondo dal 1997 presso la Provincia Autonoma di Trento e negli anni ha conseguito varie specializzazioni. E’ Guida Ambientale Escursionistica in Veneto e in Friuli Venezia Giulia. Ha esperienze di organizzazione e conduzione trekking in Nepal, Finlandia, Austria, Slovenia, Italia. E’ nato con un’autentica passione per tutto ciò che riguarda la scoperta, il viaggio, i sogni da raggiungere e da vivere. Crede fermamente nel potere rigenerante di un bel bivacco a cielo aperto su una montagna, nel deserto o semplicemente in un bosco in collina. Le energie emanate dalle piante e dagli alberi lo caricano quotidianamente e lo aiutano ad avere un visione ottimistica della vita.

 

Cosa è per te il camminare?

Considero il camminare una delle espressioni della nostra vita. Personalmente credo che il cammino, anche quello simbolico, sia per tutti noi un anelito insopprimibile del nostro genere umano. Noi, anche senza saperlo, non possiamo fare a meno di camminare. L’istinto che abbiamo è quello di spostarci e, il modo più naturale che abbiamo per farlo, è mettere un piede davanti all’altro.
Camminiamo figurativamente anche con la mente quando viaggiamo, quando leggiamo, quando osserviamo un panorama o quando guardiamo un film.
Quando sono lungo un sentiero ben tracciato o ancor più tra gli alberi di un bosco, senza seguire una traccia predefinita, sento aumentare in me la sensibilità verso il mondo esterno che mi circonda. La mia mente si apre e si fa coinvolgere dai mille stimoli che riceve. Il bosco, essendo vivo, mantiene sempre i miei sensi all’erta. Avere i sensi all’erta mi consente di sentire l’immenso potere rigeneratore e purificatore della natura selvaggia.
Considero il camminare un rimedio molto valido per molti dei malanni della nostra vita moderna. Come dicevano i grandi saggi nell’antichità ” la deambulatio è la medicina sovrana di molte situazioni, soprattutto quelle che affliggono l’anima”.
Questo credo sia valido ancora oggi e per tutti noi.
L’andar per boschi, prati, monti o antiche vie di comunicazione ci avvicina alla nostra reale essenza e passo dopo passo, aiuta a riscoprirci e a volte, addirittura a conoscerci. E’ un esercizio fisico ma soprattutto spirituale. E oggi abbiamo tutti bisogno di spiritualità (vera), più di quanto crediamo.

 

foto gruppo in cammino adriano festa

Perchè hai iniziato a fare la guida? Quale è il tuo obiettivo quando accompagni le persone?

Ho cominciato a fare la Guida perché sono convinto di quello che ho appena detto. Accompagno persone in natura da parecchi anni e sono sempre più deciso nel credere che fare la Guida sia un po’ una missione. L’obiettivo non è semplicemente l’accompagnare le persone verso una meta, ma è fare avvicinare le persone alla loro reale essenza, attraverso le sensazioni, e al luogo in cui ci troviamo. In pratica secondo me camminare ci aiuta ad uscire dalla solita dimensione per entrare in una nuova più consapevole e profonda.
Negli anni ho scelto di approfondire la professione di Guida Escursionistica Ambientale anche perché questo lavoro mi da la possibilità di incontrare sempre gente nuova da cui ricavo molti stimoli diversi e sconosciuti. Fare la guida è un modo che ho di mantenermi vivo, curioso e realmente attivo. Oggi un mestiere così è una rarità. Apprezzo davvero quello che ho la fortuna di fare e lo faccio con passione.

Si dice che i marinai, almeno quelli romantici di un tempo, avessero nostalgia del mare poco dopo il loro ritorno a casa. A te, il viaggiare, fa lo stesso effetto? B.co Gorizia e Cima Mangart-C

Ho sempre considerato il viaggio, fisico o solo mentale, come fonte di vita primaria. Continuo a ripetere che il moto per noi è naturale mentre la sedentarietà è innaturale.
All’inizio della nostra storia eravamo cacciatori e raccoglitori e poi nomadi. Sembra che i veri problemi siano nati in seguito con la stanzialità e le proprietà della terra.
Sono nato e cresciuto in una zona di confine tra Italia, Austria e Jugoslavia e ho sempre respirato un’aria di confine, di mescolanza di lingue e culture. Ho veramente avuto a che fare nella mia giovinezza con gente di tutti i tipi e di molte etnie, soprattutto provenienti dall’ Est Europa. Quando si è giovani si ha il cervello come una spugna e questi incontri mi hanno portato, sin da giovanissimo, ad interessarmi di culture diverse dalla mia.
Ad un certo punto della mia adolescenza, come migliaia di altri ragazzi, lessi un romanzo di Stevenson consigliato da un amico. Fu un colpo di fulmine che fece partire una serie di letture che negli anni mi hanno portato a viaggiare moltissimo, spesso a piedi, ma non solo, in tutto il mondo. Il piacere della scoperta e dell’esplorazione mi ha fatto rinunciare a molte soluzioni di comodo nel corso della mia vita. E la cosa, per ora, non mi dispiace.
Per dare una risposta alla tua domanda: adesso tornare a casa e rivedere mia moglie e i miei figli mi dona un senso di piacere e gioia. Anzi devo dire che quando parto per un trekking o un viaggio lungo più di dieci giorni, mi pesa parecchio lasciarli. Durante l’anno però ci capita di viaggiare insieme e questa è una delle cose che adoro di più. Naturalmente sto cercando di educare i miei bambini al movimento, alla scoperta di luoghi e persone nuove. Sto insegnando loro come sviluppare l’istinto per il pericolo e le situazioni critiche, ma oggi il mondo sta cambiando rapidamente e solo dieci anni fa viaggiare era un’altra cosa. Anche in Europa.

Viaggiare nei luoghi da te scelti e conoscerne storia e cultura. Perché proprio quelli? Sono frutto di esperienze vissute da altri che ti hanno spinto a provarle? Mga Tamar Fusine Laghi con le ponze dietro

Visto che considero la mia missione come Guida Ambientale Escursionistica quella di far avvicinare le persone a loro stesse, le mie proposte sono sempre rivolte a questo obiettivo.
Punto molto sulla destinazione che preferisco che è …casa mia. Si la terra di confine di cui ho parlato prima, le Alpi Giulie, l’Alto Friuli. La terra calpestata da mille popoli e culture durante gli ultimi 5000 anni. Pensa che i Longobardi passarono per un piccolo passo poco a sud di Tarvisio che si chiama Passo Predil (circa 1000 mslm) . Il passaggio è davvero molto piccolo e se ci vai adesso non diresti mai che in quel luogo, apparentemente insignificante ,sia transitata un’orda di barbari che ha dato origine a una parte di Italia. La stessa cosa vale per Francesi, Austriaci, Austro- Ungarici e per tutti i tragici avvenimenti della Grande Guerra che sappiamo. La storia con la S maiuscola, certamente non riguarda questi luoghi, ma è proprio questo il motivo che li rende interessanti Molte tracce di questo passato non balzano all’occhio del turista che arriva in queste zone per le ferie. No, questi aspetti vanno raccontati e illustrati da chi li ha scoperti negli anni e ha vissuto i luoghi.
Uno scrittore poeta che ha amato e scoperto le Alpi Giulie dalla fine dell’Ottocento in avanti, Julius Kugy, diceva che: “ Non conosci una montagna fintanto che non ci hai dormito sopra”. Sai perché? Perché quando ti accampi in un luogo accendi il fuoco e di notte quando vuoi dormire, la direzione del fumo cambia a seconda del vento. In montagna il vento cambia spesso e l’abilità sta nel conoscere la direzione che prenderanno le correnti e evitare di essere costretti ad alzarsi durante il sonno. Amo questa frase perché mi fa capire che un luogo non lo si conosce mai a fondo fintanto che non ci hai passato molto tempo.
Quando propongo una meta lo faccio non solo perché la conosco fisicamente ma perché mi appassiona e mi coinvolge partendo dalla lingua, passando per le tradizioni arrivando alle caratteristiche naturalistiche. Mi piace molto anche assaporare la cucina locale che come sappiamo, è un’espressione culturale molto importante di qualsiasi luogo.

Prossimo viaggio in programma con Adriano:

La Terra dei Tre Confini. Alpi Giulie dal 7 al 12 luglio:

http://www.viedeicanti.it/dettagli-viaggio/527/la-terra-dei-tre-confini/