Capodanno con gli Svevi
Federico e gli altri
Per il viandante che la attraversa, in pellegrinaggio d’arte e d’amore, rimarrà indimenticabile il ricordo delle bianche città sulla costa adriatica e dei paesi sulle colline della murgia con le fertili campagne ora coltivate, ora steppe incolte.
Delle Cattedrali rilucenti come scrigni d’oro antico, del fantastico mondo di elefanti e grifoni, leoni e sfingi, portali e absidi, bifore e rosoni, dei superbi castelli con le loro mura e torri poderose. Ma soprattutto rimarrà indimenticabile il ricordo di Castel Del Monte, che domina la Puglia in maniera così maestosa e singolare da poter comprendere meglio che in qualunque altra parte di questa regione, l’anima segreta e tutta la bellezza in una sintesi meravigliosa!
Il viaggio in breve
Durata
Difficoltà
Info
Quota di partecipazione: € 350, da versare all'associazione (per segreteria, organizzazione, guida).
Spese previste: € 580, da portare con sé per mangiare e dormire. Sono calcolate accuratamente tuttavia suscettibili di piccoli cambiamenti in più o in meno legati a variazioni di prezzi e al comportamento del gruppo.
Il viaggio
Vi accompagniamo lungo il viaggio itinerante tematico, “Cammino degli Svevi”, 100 km di cammino nel cuore della Puglia Federiciana, per riscoprire la ricchezza paesaggistica rappresentata dalla viabilità storica che attraversa il territorio del Mediterraneo, dall’Antica Via Appia Traiana agli impervi percorsi medievali, fino ai tratturi della transumanza; via di Imperatori e guerrieri in età romana, di Bizantini e Normanni, Svevi e Angioini e pellegrini cristiani attraversata in cammino da Roma verso la Terra Santa.
Le guide sono interpreti di un cammino dal ritmo lento all’insegna del rispetto della natura e dell’incontro con le comunità locali e i territori attraversati, che include momenti di confronto, scambio e narrazione. Nel corso del cammino, dunque, paesi, borghi, strade insolite e sentieri intrisi di tradizioni e i ricordi di chi ci vive.
Per unire luoghi e persone, insieme percorriamo sentieri e mulattiere ricchi di storia e cultura da raccontare, immersi nei paesaggi. Partiamo a piedi da Barletta adagiata sull’Adriatico con il Castello a difesa, il Castello di Barletta originariamente costituito da una torre fortificata normanna nell'XI sec., l'edificio prende la forma di castello con l'Imperatore Federico II nel XIII sec. Oggi sede del Museo civico dove è esposto l'unico busto che rappresenta l'immagine di Federico II di Svevia e la Cattedrale, una Chiesa presenta sull'apparato scultoreo, preziose testimonianze del periodo crociato, quando Barletta venne scelta quale luogo di sosta e di imbarco per pellegrini e cavalieri diretti in Terrasanta;
Raggiungiamo Canne della Battaglia, mitico sito dove si svolse la famosa Battaglia di Annibale, passando dalla antica città di Canosa che divenne colonia romana; “Si genitum quaeres, hunc Canusinus habet” così è inciso presso la sepoltura di Alberada di Buonalbergo a Venosa, madre del celebre eroe della prima Crociata: Boemondo d’Altavilla che volle fortemente essere sepolto a Canosa. I boschi del borgo di Montegrosso nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, in cammino fino allo splendido maniero di Castel Del Monte: possiede un valore universale eccezionale per la perfezione delle sue forme, l'armonia e la fusione di elementi culturali venuti dal Nord dell'Europa, dal mondo Musulmano e dall'antichità classica. La federiciana città di Andria che custodisce nella Cattedrale le spoglie di due mogli dell’imperatore svevo.
Concludiamo il viaggio a Trani, meta del viandante, con la Cattedrale sul mare, gioiello nella città.
Scopri di più
Sa 28: Barletta
All’arrivo a Barletta i viandanti saranno accolti dalla guida per una passeggiata alla scoperta dei maestosi palazzi storici e lungo la litoranea sabbiosa.
Nello scenario del Castello di Barletta comincia il nostro racconto. Al suo interno è custodito l'unico busto esistente al mondo che raffigura l'Imperatore Federico II. Lo incluse tra i castelli del Giustizierato della Terra di Bari. Il castello di Barletta, eretto dai Normanni nella seconda metà del XII secolo e le diverse dominazioni che si sono succedute nel tempo hanno lasciato traccia del loro passaggio con interventi che testimoniano l’importante ruolo che rivestiva la struttura. Furono gli Angioini a trasformarlo da maniero in fortezza, mentre gli Aragonesi, con l’imperatore Carlo V, ne consolidarono ulteriormente il ruolo di difesa. Oggi teatro di eventi, mostre e manifestazioni, il castello conserva in ogni angolo il fascino della storia della città.
Cena in compagnia della guida e presentazione del programma.
La città di Barletta è nota in tutto il mondo come la città della Disfida, dal nome dell’episodio della guerra tra francesi e spagnoli all’inizio del’500.
Do 29: Barletta - Canne della Battaglia - Canosa di Puglia
16 km - 6 h - [+359/-137]
Nel cuore del centro cittadino, partiamo a piedi dalla piazza della Cattedrale, per raggiungere la valle del Basso Ofanto, dove sorge la collina del noto insediamento di Canne della Battaglia, teatro del celebre scontro fra Romani e Cartaginesi (216 a.C.). “Annibale percorre trionfalmente il campo di battaglia di Canne dopo la vittoria mentre i Cartaginesi furono quasi più spossati per la strage compiuta che per la fatica del combattere.”
Circondata da possenti mura, utilizzate per diversi secoli, Canne offre oggi al visitatore un lungo percorso che include l'Antiquarium, i notevoli resti di epoca romana, paleocristiana e medievale sulla cosiddetta "cittadella" e infine l'antico villaggio daunio con sepolcreto in località Fontanella. In particolare il consistente nucleo di materiale archeologico documenta la lunga continuità di vita di Canne dalla Preistoria al Medioevo. Tra il 5000 a.C. e il 4000 a.C. il territorio cannese sembra abbia goduto di un'elevata densità demografica, alimentata dalla vicinanza del fiume Ofanto che permetteva la pesca, la caccia e la coltivazione di numerose specie vegetative. Visita all’Antiquarium e la zona archeologica di Canne della Battaglia.
Nel pomeriggio è previsto il trasferimento a Canosa per la sistemazione in struttura e la passeggiata nel centro della città di San Sabino, la testimonianza più tangibile di un Medioevo in bilico tra Oriente e Occidente, Bizantini e Longobardi, Arabi e Normanni con i suoi preziosi arredi: il pulpito di Acceptus (1050) e la cattedra di Romualdus (1078-1089). Eccezionale ed unico il Mausoleo di Boemondo d'Altavilla, principe d'Antiochia e condottiero normanno della I Crociata; zio di Federico II di Svevia, sepolcro rivestito di marmo pregiato con il prezioso portale di bronzo forgiato da Ruggiero da Melfi, uno dei più antichi d’Europa.
Cena con le specialità locali e pernottamento.
Lu 30: Canosa Di Puglia - borgo di Montegrosso
18 km - 6 h - [+ 237/- 349]
Canosa. Attraverso il centro passando dai siti storici più significativi, per proseguire fino alle campagne e percorrere il Tratturo Regio.
I nostri passi tra eleganti colonne in marmo sormontate da capitelli ionici e da pulvini bizantini, ad un tratto poggiano su antichi mosaici. Si torna indietro nel tempo, con il Battistero di San Giovanni, il più grande del Sud Italia, edificato dal vescovo Sabino durante il suo longevo operato di cristianizzazione del territorio. L’incessante edificazione di basiliche voluta dal Santo è l’emblema dell’importanza ricoperta dalla diocesi primaziale canosina nel VI sec.d.C. La figura del vescovo è definita dagli studiosi tra le più rilevanti dell’età paleocristiana per via dei rapporti con San Benedetto ed i suoi viaggi in Oriente come ambasciatore del Papa durante il Concilio di Costantinopoli. Verranno descritte le mirabolanti avventure del Santo, i tentati avvelenamenti ed i prodigi da lui realizzati.
Amante della cultura e dell’arte, maestranze bizantine ed armene furono importate dall’Oriente ed adoperate per la costruzione di numerose chiese sul territorio, come visibile nella Basilica di San Leucio, enorme impianto basilicale ispirato alla Chiesa di Santa Sofia ad Istanbul. I suoi mosaici i capitelli corinzio figurati originari del precedente tempio etrusco italico del III sec. a.C.
Ci mettiamo in cammino lungo il tratturello e lo sterrato che segue l'acquedotto pugliese per giungere ad una dimora padronale ottocentesca inserita in una suggestiva masseria nel cuore del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, dove ci riposiamo nel giardino, scoprendo le erbe selvatiche e commestibili della murgia. Nelle “garighe murgiane”, tra aspre colline e grandi praterie disseminate di cardi, euforbie, ferule e asfodeli, i profumi più forti sono quelli del marrubio, del finocchietto selvatico, della santoreggia, dei mentastri e del timo-serpillo, localmente chiamato “U srpùd”, dall’intenso ed aromatico profumo dell’origano selvatico, da tutti e non a torto, eletta “l’erba principe” della murgia. La Borgata di Montegrosso, di appartenenza alla città di Andria, è un centro agricolo ai piedi delle Murge sviluppatosi agli inizi degli anni '30 grazie al Ministero dell'Agricoltura e completata negli anni '50 dall'Ente Riforma su un villaggio già esistente che in epoca precedente fu centro di raccolta e deposito della produzione cerealicola della zona. Anticamente Montegrosso fu zona di Transumanza, ci passava infatti il Tratturello Canosa-Ruvo.
Per la cena ci deliziamo attorno al fuoco di un camino, con i piatti tradizionali rigorosamente preparati in loco. Tutto tra bellezza e natura incontaminata.
Ma 31: Montegrosso - Castel Del Monte
24 km - 7 h - [+510/-240]
Dopo la colazione, preparata sapientemente dalla padrona di casa, partiamo dal borgo del poggio che ci ha ospitati per proseguire lungo il territorio circostante, percorrendo i tratturelli fino a raggiungere il maniero federiciano, la “corona di pietra” che si staglia nettamente all’orizzonte, ad ogni passo sempre più imponente.
Me 1: Castel Del Monte – Andria
19 km - 6 h - [+ 548/-171]
Riprendiamo il cammino sulle vie che circondano Castel Del Monte e visitiamo il castello: Castel Del Monte è un capolavoro unico dell'architettura medievale, che riflette l'umanesimo del suo fondatore: Federico II di Svevia.
Con questa motivazione, nel 1996, il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO riunito a Merida (Messico), l'ha inserito nella World Heritage List, e addentrarci in Lama Genzana.
Sul cammino s'incrociano masserie, jazzi, poste, casedde, pagliari, peschiere antiche lungo tratturi, sentieri e mulattiere tra lecci e roverelle.
Direzione Andria, una della città care a Federico II. La città era rimasta fedele al monarca svevo durante la ribellione delle città pugliesi ed egli le concesse esenzione dalle pesantissime tasse, lasciando incisa nella memoria la frase Andria "Fidelis, nostris affixa medullis absit. Vale felix, omnisque gravaminis expers" ("Andria fedele, affezionata fino al midollo delle nostre ossa, alzati! Vivi felice, senza più alcun peso"). Queste parole furono scolpite sulla porta d'accesso alla città, Porta Sant'Andrea.
Dopo la tappa di cammino, il gruppo può godersi la immancabile sosta alla scoperta dei “Tenerelli di Andria”, al Museo del Confetto. Il Museo è ospitato nella storica palazzina dalle volte in pietra, originaria sede della fabbrica di confetti. Un patrimonio di storia, di saperi, di tradizioni che la famiglia ha voluto onorare e perpetuare nel tempo riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali quale bene di interesse culturale particolarmente importante.
Andria è la città dell’olio extravergine di oliva con la sua tipica cultivar “racioppa” o “coratina”, della famosa burrata inventata nei primi anni del 1900 che si prepara ancora come da tradizione. La cena in trattoria dove possiamo degustare preparazioni locali tradizionali, scoprire i segreti della cucina e la passione per il buon cibo della gente locale. Tipico, con gli sponsali viene preparato il famoso “calzone di cipolla” pugliese e le orecchiette.
Le orecchiette, vennero diffuse in Puglia tra il XII e il XIII secolo a partire dal capoluogo pugliese ove tutt'oggi resta uno dei primi piatti più prelibati della città. In termine dialettale sono "L strasc'nat", termine che nasce proprio dal metodo di creazione con cui la pasta prende forma quando viene strascinata sul tavolo di lavoro. Vengono cotte principalmente con le cime di rapa (piatto tipico particolare), con i cavolfiori, broccoli e altre verdure, particolari sono anche le orecchiette al ragù rosso.
Gi 2: Andria – Trani, photo walking
Si parte la mattina dalla Cattedrale di S. Maria Assunta di Andria; la sua primitiva costruzione certamente rimanda ad un’epoca anteriore ai Normanni, come lo stile gotico e barbaro ce lo dimostrano. Il Campanile, al dir degli storici, fu in origine costruito dai Longobardi, per uso di bastione, in difesa della città; ed era perciò detto la Torre di guardia, non elevandosi al di là del primo piano. Riccardo I Normanno, Conte di Andria, circa l’anno 1063, ingrandì l’antica Chiesa, aggiungendovi le navate. Negli scavi effettuati nella cripta nel 1904 furono rinvenuti questi avanzi scultorei, che gli studiosi del tempo ritengono essere appartenuti al mausoleo delle Imperatrici Sveve, Jolanda di Brienne e Isabella d'Inghilterra. Una giustificazione a tale attribuzione la forniscono i rilievi delle aquile presenti su molti reperti, molto simili a quelle utilizzate nella iconografia di Federico II. Jolanda di Brienne, regina di Gerusalemme che qui partorì Corrado: la madre, diciassettenne, morì dieci giorni dopo e Corrado IV di Svevia , divenne Re, designato alla successione dopo la morte di suo padre. Ascoltiamo la storia di Corrado IV di Svevia e alcuni passaggi del libro “Il Re Solo” dell’autrice Bianca Tragni.
L'ultimo giorno è dedicato allo scenario della Cattedrale di Trani. Inserita nella lista delle "meraviglie italiane", si tratta di un esempio di architettura romanica pugliese. La sua costruzione è legata alle vicende di San Nicola il Pellegrino, risalenti all'epoca della dominazione normanna. La piazza antistante la Cattedrale si illumina grazie ai raggi del sole riflessi sulla Pietra di Trani e da lì la vista del Castello Svevo, dove il prediletto Manfredi sposò Elena d’Epiro, lambito dal mare. All’arrivo a Trani, una passeggiata alla scoperta dell’affascinante porticciolo turistico, saluti alla comunità locale con la consegna del Testimonium.
Dalle arcate in Via Statuti Marittimi del romantico porticciolo ci si ritrova immersi nella “giudecca” della numerosa comunità ebraica che ebbe privilegi e protezione ai tempi di Federico II: un labirinto di stretti vicoli dove sono visibili due delle tre Sinagoghe di Trani. Transitava la millenaria Via Traiana e nel Medioevo i Cavalieri crociati che trovavano accoglienza presso l’ospedaletto oggi Chiesa di Ognissanti.
Ve 3: Trani
Giornata di relax e partenze.
Inizio viaggio:
sabato 28 alle ore 16:00 incontro con la guida al Castello di Barletta .
Trasferimento in autonomia da aeroporto o stazione di Bari con mezzi pubblici (treni regionali) sia in arrivo che in partenza.
Fine viaggio:
venerdi 3 alle ore 10:00 stazione ferroviaria di Trani.
Cammino:
vie sterrate, tratturi e qualche tratto di strade asfaltate poco trafficate o chiuse al traffico.
Notti:
B&B e agriturismo.
Pasti:
mezza pensione con pranzo al sacco.
Sapori tipici:
I prodotti tipici di una regione sono espressione di storia, clima, tradizioni, terreno e territorio. La zona della strada dei vini di Castel del Monte, in parte collinare e bagnata dal mare, offre da secoli a chi la visita e al suo abitante una serie di prodotti, di cui ormai si serve amorevolmente l’Italia intera. Le orecchiette, esempio di pasta riconducibile alla Puglia, dalla forma similare ad un orecchio ovvero le “strascinate” per via del modo con cui si producono – si trascinano infatti con l’indice. Sono il simbolo di Bari, ma sono tipiche anche delle altre province. La ricetta più famosa abbina le orecchiette alle cime di rapa, ma possono essere condite in altri modi, provengono da un impasto di semola di grano duro talvolta misto a farina e acqua.
Latticini con particolare riferimento alla burrata: è composta da un sottile fagottino di pasta filata riempito con pezzetti sfilacciati di pasta filata e panna fresca, nata ad Andria nel ‘900. Il Canestrato pugliese ha poi ricevuto la denominazione di origine protetta, dal gusto leggermente sapido. Il sole e il tipo di terreno presente dalle nostre parti permettono la coltivazione di ottimi pomodori, usati per le conserve di produzione propria o per squisite bruschette su pane di Altamura abbrustolito o lasciato al naturale. L’abbinamento diviene perfetto con un filo di olio d’oliva extravergine delle nostre campagne, di alberi centenari e sempre operosi. I taralli, i panificatori hanno poi nel tempo inventano i taralli scaldati, prodotti realizzati con farina, acqua, vino, semi di finocchio e ancora il calzone di cipolle dolci, la focaccia barese, la Colva, il dolce dei morti, i dolci natalizi come i mostaccioli e le cartellate (dette anche le rose di natale); a Pasqua le scarcelle ricoperte di glassa, a Carnevale le chiacchiere. Fra i muschi, particolare successo ha il fungo cardoncello della zona di Minervino Murge, al quale è dedicata una sagra regionale molto frequentata e apprezzata. Il tubero del lampascione, cipollina selvatica, conservato in caratteristici contenitori di vetro rientra fra i sott’oli tipici. E come non considerare la carne di cavallo, preparata al sugo o in salsicce, arrotolata in braciole (o involtini) o cotta alla brace? Del comune più grande d’Italia sono anche i tipici confetti, usati nei momenti di festa, nei ricevimenti nuziali e a carnevale. La Puglia è una bella scoperta, in tutti i sensi. Specialmente per il gusto.
Difficoltà:
2 + su 4 il cammino è fattibile per persone in buono stato di salute e con un minimo di allenamento.
Note:
Il percorso e gli alloggi possono subire modifiche in base alle condizioni atmosferiche o alle necessità del momento.
Difficoltà e Tipologia:
Che meraviglia la vita di Federico II ... Sarà camminando nella storia sulle sue tracce che scopriremo le origini del mito, di un grande imperatore che visse nella sovranità del potere con il guizzo dell’intelligenza.
Costanza D’Altavilla, la normanna andata in sposa a Enrico VI Hohenstaufen, scendeva dalla Germania quando, tra le montagne marchigiane fu presa dalle doglie. A un tiro d’arco c’era Jesi e fu nella piazza che fece alzare le tende e, alla presenza di molte nobildonne, diede alla luce un maschio: Federico Ruggiero. Era il giorno di Santo Stefano del 1194. Già in vita la leggenda si era impadronita di lui sovrapponendosi alle azioni ed amplificandone la personalità poliedrica; la leggenda nera e l’altra aurea che lo descrissero quale “Anticristo” o “Splendor Mundi e Reparator orbis”.
La vita di quest’uomo che si consuma tra bagni tremendi di sangue e di logica, tra scienza e filosofia, matematica e cultura letteraria, tra attestazioni di rinnovamento politico e giuridico e ragnatele medievali!
Federico II morì improvvisamente a Castel Fiorentino in Puglia la notte del 13 dicembre 1250.
Il magico splendore del fasto cesareo che aveva così d’un tratto illuminato di sé tutta la Puglia e che accompagnò le gesta pure del figlio Manfredi e del nipote Corradino, l’ultimo degli Svevi, si spense e la Puglia cadde in un oblio...
Tuttavia ciò che una volta era stata realtà viva e presente, ciò che iniziato dai Normanni, fu dagli Svevi continuato e portato a termine, non è scomparso senza lasciare traccia.
Quota di partecipazione: € 350, da versare all'associazione (per segreteria, organizzazione, guida).
Spese previste: € 580, da portare con sé per mangiare e dormire. Sono calcolate accuratamente tuttavia suscettibili di piccoli cambiamenti in più o in meno legati a variazioni di prezzi e al comportamento del gruppo.
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