Le Terre Alte di Lunigiana
Crinali centri di gravità permanente
"In Lunigiana l’è mei da sé", che tradotto diventa "In Lunigiana è assai meglio".
Dettagli del viaggio
Durata
Difficoltà

Info




Quota di partecipazione: € 140 da versare all'associazione (per segreteria, organizzazione, guida).
Spese previste: € 240, da portare con sé per mangiare e dormire. Sono calcolate accuratamente tuttavia suscettibili di piccoli cambiamenti in più o in meno legati a variazioni di prezzi e al comportamento del gruppo.
Il viaggio
La ruralità che caratterizza questa parte di Toscana anche se toscani non si sentono e che, in generale, identifica tutta la Lunigiana. Oltre ciò le eccellenze ricettive e produttive che sono un fiore all'occhiello dei piccoli borghi e una risorsa per resistere con efficacia al diffuso spopolamento appenninico.
Scopri di più
Gi 1: Incontro a Pontremoli.
Ve 2: Pontremoli
21 km - [+850/-670] - 6,50h
Visita del borgo e del Museo delle Statue Stele. Da Pontremoli si raggiunge la meta del giorno che è Treschietto, un tempo feudo strategico dei Malaspina.
Sa 3: da Traschetto a Tavernelle
15 km - [+530/-420] - 5 h
Tappa interessante e che rimane alta utilizzando la viabilità antica fatta ancora di vecchi selciati. Apella e la vecchia Abbazia dovete solo visitarle per comprenderne il valore e la loro storia. A Tavarnelle, caratteristico borgo sulla strada per il passo del Lagastrello vive ancora uno dei pochi transumanti veri che in estate si trasferisce con le sue pecore massesi sui pascoli d'Appennino.
Do 4: da Tavarnelle a Comano
15 km - [+530/-420] - 4,30 h
La salita tra i castagneti e al borgo di Catognano ci avvia verso le faggete delle quote più alte. Le Alpi Apuane che non si sono mai nascoste alla nostra vista per tutto il viaggio, ora si fanno più vicine e ci mostrano ancora di più la loro bellezza e imponenza. Gli ultimi passi ci permettono di raggiungere i resti del castello di Comano e il centro omonimo.
Inizio viaggio:
giovedì 1 ore 18 a Pontremoli o alle 08 del mattino seguente nello stesso luogo.
Fine viaggio:
domenica 4, a Comano ore 15.00.
Da qui si prende il pullman verso la stazione di Aulla o Sarzana a seconda della proprie direzioni.
Cammino:
strade bianche, asfalto a bassa percorrenza, sentieri.
Notti:
in ostelli e agriturismo.
Pasti:
mezza pensione con pranzi al sacco.
Sapori tipici:
torte d'erbi, testaroli al pesto o con il sugo di funghi, panigacci farciti con formaggio o salumi, formaggi della zona vino Candia, marmellate.
Difficoltà:
2+ su 4. Si tratta di un viaggio itinerante con zaino in spalla. Nessuna difficoltà oggettiva e dislivelli modesti.
Note:
Il percorso e gli alloggi possono subire modifiche in base alle condizioni atmosferiche o alle necessità del momento.
La Lunigiana fatta di borghi e territori raccolti ai pedi dello scosceso versante toscano dell'Appennino ci accoglie con una vista da cartolina quando scendiamo alla sua stazione ferroviaria. Discesi verso la piazza principale non rinunciamo ad una sosta all'antico caffè degli Svizzeri. La lentezza e la qualità ci fanno comprendere l'atmosfera e il ritmo di cui possiamo godere durante il nostro cammino. Non si può progettare una esplorazione della Lunigiana escludendo la visita di Pontremoli, importante e antico crocevia per pellegrini e mercanti. Il suo caratteristico borgo sovrastato dal Castello del Piagnaro e, soprattutto, il suggestivo e unico in Italia, Museo delle Statue Stele allestito nelle sale della stessa costruzione medioevale.
Lasciata la cittadina bagnata dal Magra, si inizia a salire per boschi verso ameni borghi. Alcuni oggi ospitano pochi irriducibili abitanti mentre altri, grazie a valenti imprenditori navigati e alle generazioni più giovani che hanno scelto di restare, possono vantare produzioni agricole e offerte di ricettività di qualità. Borghi affascinanti come le storie che le pietre degli edifici e le antiche iscrizioni ci vogliono ricordare. ll Lupo Mannaro a Pontremoli.
La doppia "natura" dell'uomo trova un ennesimo riscontro nella leggenda del lupo mannaro, ancora pienamente viva a Pontremoli, anche grazie alla letteratura locale che ha contribuito a salvarla. Secondo il racconto popolare, il licantropo terrorizza ancor oggi le notti degli abitanti del Piagnaro, il borgo più antico della città, e popola di rumori e visioni le strette vie. Chi lo incontra, se vuole salvarsi, non lo deve guardare per non morire immediatamente di paura; e se riesce a salire tre scalini può considerarsi fuori pericolo. Secondo la tradizione, per guarire colui che è affetto da licantropia occorre forargli una mano con una lesina da calzolaio.