Pensi troppo? Prova a camminare nella natura
Ti senti giù? Cammina. Questa volta non è un amico a dare una pacca sulla spalla e a offrire il più sincero dei consigli. E non è neanche la solita agenzia di viaggi che cerca di piazzare un trekking nella natura. A mettere nelle mani dei pigri le prove sui benefici dell’andare a piedi, è stato un esperimento tanto semplice quanto sorprendente. 38 persone sono state invitate a camminare per 90 minuti al giorno: 19 nei boschi, 19 in un’area trafficata. La conclusione? I primi sono diventati più sorridenti, i secondi più pensierosi. O meglio, hanno iniziato a rimuginare ogni giorno di più ovvero a riflettere con pensieri negativi. E si sa, più si rimugina più è difficile scacciarli e più aumenta il rischio di depressione.
Prima e dopo il test, condotto e pubblicato nei giorni scorsi dalla rivista Proceedings of the National Academy of Science, i 38 camminatori sono stati invitati a rispondere ad alcune domande: tono e contenuti sono andati in direzioni opposte. I camminatori nella natura hanno tirato in ballo parole come leggerezza, svuotamento, nuovi orizzonti. Gli altri hanno ammesso di aver tracorso tempo mentale “a pensare ai momenti del passato in cui mi sono sentito male e arrabbiato“.
Insomma, per Gregory Bratman, autore delle ricerca e dottorando in biologia all’Università di Stanford, ce n’è abbastanza per concludere che «stare a contatto con la natura, anche per breve tempo, aiuta a ridurre i modelli di pensiero associati in alcuni casi a patologie come la depressione».
Lo sa bene Matteo Casula, guida Vie dei Canti. Nei suoi viaggi nel cuore della Sardegna la protagonista indiscussa è la natura: «La maggior parte dei sentieri percorsi dagli escursionisti sono tracce del bestiame, vecchie mulattiere minerarie e di carbonai più o meno abbandonate, dove non sono solo dislivelli e distanze a contare. Ci muoviamo su tutti questi tipi di tracciati, scavalchiamo molti muretti a secco, attraversiamo prati, boschi e roccia e può capitare di strusciarsi un po’ tra la macchia». L’approccio adatto per i suoi viaggi? «Quello del viandante, fuori dal tempo,che pensa al solo soddisfacimento dei bisogni del camminatore: l’ombra di un albero, il profumo di un fiore, rinfrescarsi a una sorgente».
Cambia lo scenario, le montagne del Trentino, ma non l’amore per la natura per Michele Sbrana, anch’egli nel gruppo Vie dei Canti. Cosa significa camminare lassù? «Le immagini che mi sovvengono sono un sentiero pieno di foglie che scricchiolano al passaggio degli scarponi, l’abbeverarsi a una sorgente che sgorga cristallina tra le rocce, il silenzio che solo la montagna ovattata da una giornata nuvolosa fa sentire, le stelle che si accendono nel firmamento e che sembra di poter toccare, l’odore del muschio bagnato dopo un temporale estivo, il passaggio silenzioso di un capriolo, visione fuggitiva e quasi rubata alla natura, il rumore di un albero che cresce lento in mezzo ad altri arbusti». Solo natura.