Eremi tra Romagna e Toscana

Natura, storia e spiritualità

Emilia-Romagna - Toscana
Da ven 12 mag 2023 a dom 14 mag 2023

Come quel fiume c'ha proprio cammino
prima dal Monte Viso 'nver' levante,
da la sinistra costa d'Apennino,
che si chiama Acquacheta suso, avante
che si divalli giù nel basso letto,
e a Forlì di quel nome è vacante,
rimbomba là sovra San Benedetto
de l'Alpe per cadere ad una scesa
ove dovea per mille esser recetto;
così, giù d'una ripa discoscesa,
trovammo risonar quell' acqua tinta,
sì che 'n poc' ora avria l'orecchia offesa.
Dante Alighieri - Divina commedia - Inferno - canto XVI

Dettagli del viaggio

Durata

3 gg

Difficoltà

    Difficoltà Livello 6

Info

    Pensione Zaino in spalla Itinerante

Quota: € 120 da versare all'associazione (per segreteria, organizzazione, guida).

Spese previste : € 120. Da portare con sé per dormire, cena e pranzo al sacco di domenica. Sono calcolate accuratamente tuttavia suscettibili di piccoli cambiamenti in più o in meno legati a variazioni di prezzi e al comportamento del gruppo.

Il viaggio

Un trekking che tocca il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi nell'area più a ovest, caratterizzato da significativi aspetti naturalistici, panoramici e storici. Sono tanti i corsi d'acqua rigogliosi e cristallini, che solcano l'Appennino, anche Dante viaggiando a piedi tra Toscana e Romagna ne scorse la bellezza nella Cascata dell'Acquacheta. Dino Campana  amava ispirarsi a questi luoghi per i suoi famosi scritti. 1000 anni fa i Monaci Benedettini scelsero in zona un luogo adatto alle loro ispirazioni spirituali, fondando l'Eremo di Gamogna, in un angolo davvero incantevole.

Scopri di più

Ve 12: Marradi - Campigno – Eremo dei Toschi
14.5 km - 6 h -[+900] 
Il percorso nella prima parte, si presenta abbastanza ripido ma in ambiente naturale ricco di pace, fatto di boschetti (querce, castagni, carpini), radure con biancospini e prugnoli, affioramenti rocciosi arenacei con ginestre e felci aquiline, arriviamo fino al Monte Lavane e ci avviciniamo all’Eremo dei Toschi. Si trova su un altipiano tra boschi e prati con una forte presenza di animali selvatici; una giovane famiglia ha ripristinato il suggestivo eremo dell’XI secolo dove offre ospitalita agli escursionisti. Il complesso è circondato dai terreni in cui Paolo, Elisa e il piccolo Giacomo allevano le caprette che sono le prime ad accoglierci lungo il sentiero. 

Sa 13: Eremo dei Toschi – Eremo di Gamogna
16 km - 6 h - [+800]
Si parte in direzione della Cascata dell’Acquacheta, entrando all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, attraverso la valle omonima che ha un interesse storico legato alla presenza dei monaci Benedettini, il borgo de I Romiti è sorto infatti nel XV secolo sulle rovine dell’eremo del Monastero di San Benedetto in Alpe, nel quale aveva trovato rifugio Dante durante l’esilio da Firenze. La cascata è famosa per essere citata da Dante  nella Divina Commedia (Inferno XVI, 94-102).
La giornata termina con l’arrivo all’Eremo di Gamogna un antico complesso monastico immerso nel verde delle montagne, fondato da San Pier Damiani nel 1053, recentemente ristrutturato e gestito dalla Fraternità Monastica di Gerusalemme.

Do 14: Eremo dei Toschi – Marradi
9 km - 4h - [+ 250]
Un sentiero su crinale che si affaccia sulla Romagna, ci accompagna fino a Marradi, paese natio del famoso scrittore Dino Campana che cita tra i suoi tanti versi legati alla natura del luogo: un ambiente ricco di verde della natura che ci circonda, blu profondo del cielo si incontra con la luce sulle frange dei monti.

Inizio viaggio:

venerdì 12 a Marradi (FI) ore 11.00, nei pressi della stazione ferroviaria.

Per chi ne avesse bisogno la guida può andare a prendere al massimo 3 persone, alla stazione di Faenza alle ore 10.00 nel caso in cui qualcuno non riuscisse ad arrivare in tempo a Marradi alle 11.


Fine viaggio:

domenica 14 a Marradi ore 12.30.


Cammino:

su tratturi e sentieri.


Notti:

agriturismo e convento.


Pasti:

cene in struttura e pranzi al sacco.


Sapori tipici:

cardi trippati, cipolle farcite, briciolata, pasta fritta.


Difficoltà:

2+ su 4. Si tratta di un viaggio itinerante con zaino in spalla.


Note:

il percorso e gli alloggi possono subire modifiche in base alle condizioni atmosferiche o alle necessità del momento.

Senza voler indagare la storia più remota, che ha comunque lasciato tracce importanti sul territorio - si pensi ai primi insediamenti etruschi, di cui il «Lago degli Idoli» costituisce il più importante sito archeologico del nostro Appennino o, in epoca medievale, alle vie percorse dai pellegrini - specialmente tedeschi - che attraversavano il crinale per il Passo Serra, per il Casentino e poi per Roma – possiamo comunque dire che una buona parte del territorio del parco è stato sottoposto a gestioni unitarie di lunga durata, il che ha costituito probabilmente la fortuna delle nostre foreste. Terminata l’epoca feudale, con alcune grandi famiglie comitali come i Guidi e la presenza di forti entità religiose e amministrative come Camaldoli, in seguito alle numerose vicende storiche che sconvolsero l’Italia intera fu la volta del dominio fiorentino, la Repubblica e la Signoria che gestirono in modo lungimirante, attraverso la laica Opera del Duomo di Firenze, fino ad arrivare all’epoca granducale e alla costituzione del Regno d’Italia, durante il quale anche il versante romagnolo del parco continuò ad essere parte della Toscana. Questo lembo di Appennino ha colpito e suggestionato nei secoli santi (Ellero, Romualdo, Francesco e Pier Damiani ne fecero il loro luogo di meditazione), scrittori, pittori e artisti in genere. Tra i più illustri visitatori che il parco annovera c’è senz’altro Dante, il quale rimase particolarmente colpito dalla cascata dell’Acquacheta che celebrò in un canto dell’Inferno. In epoca moderna Dino Campana, una voce originale nella poesia del ‘900, ha raccontato nei «Canti orfici» il suo viaggio a piedi da Marradi a La Verna. Tanti sono stati anche i pittori (da Mazzuoli e Fedi, autori di splendide vedute settecentesche, a Marchini, Lega, fino ad alcuni illustri contemporanei) che hanno ritratto le nostre foreste, così come i viaggiatori stranieri che, in epoche in cui il viaggio era considerato un’esperienza di vita irrinunciabile, si sono innamorati del Casentino e delle sue ricchezze artistiche e storiche, delle foreste e degli eremi che vi sono incastonati, della maestosità del paesaggio.