Andare all’estero è un’esperienza che arricchisce: nuovi amici, nuove esperienze, nuove storie da raccontare. Secondo alcuni scienziati può addirittura farci diventare più creativi. Da tempo scrittori e filosofi conoscono i benefici mentali legati al viaggio. Ernest Hemingway ha scritto molti dei suoi libri ispirandosi ai suoi soggiorni in Spagna e in Francia. Per Mark Twain, che ha navigato lungo le coste del Mediterraneo, il viaggio è «fatale per il pregiudizio, il fanatismo e la meschinità».

Psicologi e neuroscienziati stanno ora cominciando a studiare con attenzione una possibilità prima solo intuita: viaggiare all’estero produce cambiamenti a livello mentale. In generale, la creatività è legata alla plasticità cerebrale, quindi alle interconnessioni del nostro cervello. Le reti neurali sono influenzate dall’ambiente e dalle abitudini e quindi sono sensibili al cambiamento: nuovi suoni, odori, lingue, gusti, sensazioni e immagini attivano sinapsi diverse nel cervello e possono dare nuova energia alla mente.

La chiave è la disponibilità a farsi coinvolgere, la capacità di immergersi in un’altra cultura e di adattarsi. Chi vive e viaggia all’estero senza confrontarsi con la cultura locale non riceverà grandi benefici. In poche parole, andare in vacanza per una settimana a Ibiza, una delle località più turistiche della Spagna, non ci renderà più creativi, a meno che non decidiamo di vivere con i pescatori del posto.

Anche da qui prendono le mosse i grandi viaggi a piedi delle Vie dei Canti. Si tratta di cammini per tutti, zaino in spalla e voglia di scoprire, sulle tracce della vita degli abitanti di Zanzibar (8-22 agosto 2015), in luoghi invisibili ai villaggi turistici; o lungo il Cammino inglese a Santiago (15-22 maggio 2015), dall’Oceano al Santuario. Esiste anche un altro Marocco (capodanno 2016), quello in compagnia di cuochi, cammellieri e uomini blu, con cui salutare il nuovo anno. La West Highland Way (18-25 luglio 2015) è l’itinerario più spettacolare di Scozia: 152 km nel cuore delle Highlands fra boschi, villaggi e laghi leggendari. Quello del Triglav, lassù a 2.864 metri, in Slovenia, nelle Alpi Giulie Orientali (1-6 agosto 2015), è un cammino prodigo di soddisfazioni per gambe allenate. E sul finire dell’estate (4-12 settembre 2015) c’è il regno della tundra artica e delle renne: la Lapponia, uno dei pochi posti al mondo dove hai la sensazione che tutto finisce e tutto comincia.

Viaggiare offre anche altri benefici a livello cerebrale. Mary Helen Immordino-Yang, professoressa associata di pedagogia e psicologia alla University of Southern California, sostiene che le esperienze interculturali possono rafforzare la fiducia in se stessi. Non solo, ma «la capacità di modificare le nostre idee e i nostri valori è legata alla ricchezza delle nostre esperienze culturali». Queste ci aiutano a uscire dalla nostra bolla di certezze e a creare legami con persone di culture diverse.

Naturalmente, anche se un viaggio all’estero è il modo più facile, non è necessario andare in un paese straniero per aumentare la fiducia in sé e scoprire la creatività che è in noi. Può bastare uscire di casa per qualche giorno e viaggiare con un gruppo di sconosciuti dove vuoi e quando vuoi. E perfino andare in un quartiere mai visitato. A volte per mettere in moto la creatività basta solo mettersi in cammino e respirare un po’ di aria nuova.